Sulla scia dell’attacco ai No Tav del Corriere di lunedì scorso, dove Alessandra Mangiarotti parlava di un dietrofront [falso] dei No Tav, oggi Pietro «talpa» Lunardi, ex ministro delle infrastrutture, rincara la dose dalle colonne de «il Giornale».
«Siamo di fronte ad un pentimento diffuso e, soprattutto, alla generale ammissione di strumentalizzazione diffusa da parte di schieramenti fondamentalisti che, in modo vergognoso, in questi ultimi due anni hanno gestito ed utilizzato questi cittadini che, finalmente, cominciano a comprendere quanto grave sia stata questa azione di blocco ad un investimento che invece sarebbe potuto diventare la vera chiave di sviluppo della Val di Susa», scrive Lunardi.
La realizzazione della Tav era ritenuta strategica dall’ex governo Berlusconi e da Lunardi che l’aveva inclusa nella lista delle «opere strategiche» della legge obiettivo. Nel 2002 la Rocksoil, una delle principali società italiane di geoingegneria, di cui Lunardi era il maggiore azionista, era stata incaricata della progettazione del tunnel della Tav.
Oggi l’ex ministro difende la sua creatura prendendo un grosso abbaglio. I valsusini infatti non si sono mai «pentiti» e il 13 febbraio in concomitanza con il tavolo politico sulla Tav a Roma manifesteranno a Condove [ore 16,30] «per ribadire a tutti il nostro fermo e deciso No Tav».