IL cubo
Presents:

Sabato 13 Dicembre 2008 alle

20.00 in Piazza Dante a Chieri

(Ingresso libero)

Aperitivo psichedelico

dj Timal Selecter

Contro la Gelmini.

Anche la musica è cultura.

Musica elettronica, World music and Psychedelic downbeat

SPETTACOLO ALLO STATO PURO!

Tempo perso


Davanti alla porta dell'officina
l'operaio s'arresta di scatto
il bel tempo l'ha tirato per la giacca
e come egli si volta
e osserva il sole

tutto rosso tutto tondo

sorridente nel suo cielo di piombo e
strizza l'occhio
familiarmente
Su dimmi compagno Sole
forse non trovi
che è piuttosto una coglionata
offrire una simile giornata
a un padrone?

Jacques Prévert


facciamo la festa alla lega!



















Ieri (24-11-08) sera (h21) in sala della Conceria la lega ha organizzato un incontro sulla riforma Gelmini. Il Cubo insieme a diversi altri singoli e gruppi ha pensato bene di partecipare anche se non siamo stati direttamente invitati (si saranno dimenticati).
Chi propone classi differenziate per bambini italiani e bambini stranieri, chi toglie i fondi alle regioni e alle scuole per la manutenzione e le infrastrutture e poi dice "è stata una tragica fatalità" quando crolla il soffitto di un istituto, non ha diritto ad occuparsi di istruzione e riforme.
in una democrazia vera dovrebbe essere arrestato, altro che avere ministeri.

NESSUNA LEZIONE DAI RAZZISTI
TOLLERANZA ZERO VERSO CHI È INTOLLERANTE!

Alcune cose sono da migliorare, ma come primo tentativo è venuto bene.
il cubo non può che salutare i padani e dirgli "Alla prossima!"

amnistia per la polizia!

Giovedì 13 novembre 2008 si è concluso l'ultimo dei tre grandi processi di primo grado per gli eventi legati alle proteste contro il G8 del luglio2001a Genova.Il processo a 29 funzionari di polizia per l'irruzione alla scuola Diaz cheterminò con 93 persone arrestate illegalmente e 61 di queste feritegravemente si è concluso con una sentenza esemplare: sedici assoluzioni etredici condanne.Il tribunale ha deciso di condannare solo gli operativi e di assolvere apieno titolo chi ha pianificato un'operazione vendicativa e meschina. Diassolvere le menti che per giustificare una carneficina hanno deciso dipiazzare due bombe molotov recuperate nel pomeriggio tra gli oggettirinvenuti, di mentire circa l'accoltellamento di un agente, di coprirsil'uno con l'altro raccontando incredibili resistenze da parte deglioccupanti della scuola e saccheggiando il media center che vi si trovava difronte. La ciliegina sulla torta del presidente Barone e delle sue duegiudici a latere Maggio e Deloprete: alle vittime di quella notte vaqualchespicciolo, tanto perché nessuno si lamenti di essere stato tagliato fuoridauna immaginaria torta.Alla lettura della sentenza nessuno di noi si è meravigliato. Non siamodelusi, non siamo tristi, né pensiamo alcuno dovrebbe esserlo. Siamo solofuriosi.Non abbiamo mai creduto che la giustizia fosse veramente "uguale pertutti",non abbiamo mai creduto che chi esercita il potere avrebbe ammesso diesseregiudicato, di essere messo in discussione.Ma il dileggio con cui è stata confezionata questa sentenza parla da sé:l'amnistia per la polizia è la seconda parte di quell'operazionevendicativae meschina che ha portato alla Diaz.E' il secondo tempo della vendetta per la frustrazione e il terrore che loStato e i suoi apparati hanno provato in quei giorni di rivolta. Non cel'hanno mai perdonata e non ce la perdoneranno.La sentenza che chiude questo ciclo di processi di primo grado dovrebbeessere una lezione di storia, e forse grazie ad essa restituiremo ladignitàa una vicenda che ne ha avuta molto poca, perché molti oltre a noi siaccorgeranno diqualcosa che è la base di quanto è successo a Genova in quei giorni.Esiste una posizione per cui parteggiare: quella degli insofferenti, quelladei subalterni, degli sfruttati, dei deboli, di coloro che lottano per unmondo migliore e più equo.Ed esiste un'altra posizione, quella di chi comanda ed esegue, di chitortura e vìola, dei forti con i deboli e dei deboli con i forti, quelladichi esercita il potere e lo coltiva.Nella vita bisogna scegliere. Noi lo abbiamo fatto, oliando meccanismi dimemoria che altrimenti avrebbero condannato all'oblìo una pagina neradellastoria italiana e internazionale. Noi lo facciamo tutti i giorni. Nonabbiamo rimorsi e non abbiamo rimpianti per quanto è avvenuto.Solo rabbia. E non siamo i soli.

Documento del Supportolegale

PROPAGANDA 2

dispiace costatare che molti dei punti programmatici della loggia massonica di licio gelli,

Vicende in cui è implicata la loggia P2


- Strage del treno Italicus
- strage di Bologna
- strage di Ustica
- strage di Piazza Fontana
- strage del rapido 904
- omicidio Calvi
- omicidio Pecorelli
- omicidio Olof Palme
- omicidio Semerari
- colpo di stato militare in Argentina
- tentativo di colpo di stato di Junio Valerio Borghese
- tentativo di colpo di stato della Rosa dei Venti
- caso dei dossier illegali del SIFAR
- operazione Minareto
- falso rapimento Sindona
- tentativo di depistamento durante il rapimento Moro
- rapimento Bulgari
- rapimento Ortolani
- rapimento Amedeo
- rapimento Danesi
- rapimento Amati
- rapporti con la banda della Magliana
- rapporti con la banda dei marsigliesi
- inchiesta sul traffico di armi e droga del giudice Carlo Palermo
- riciclaggio narcodollari (caso Locascio)
- caso Cavalieri del Lavoro di Catania
- fuga di Herbert Kappler
- crack Sindona
- crack Banco Ambrosiano
- crack Finabank
- scandali finanziari legati allo IOR
- caso Rizzoli-Corriere della Sera
- caso SIPRA-Rizzoli
- scandalo dei Petroli
- caso M. Fo. Biali
- caso Eni-Petronim
- caso Kollbrunner
- cospirazione politica e truffa di Antonio Viezzer
- cospirazione politica di Raffaele Giudice
- cospirazione politica di Pietro Musumeci
- cospirazione politica e falsificazione documenti di Antonio La Bruna
- finanziamenti FIAT alla massoneria

elenco iscritti per categorie lavorative
(erano presenti tutti i capi dei servizi segreti, decine di generali di tutti i corpi)
  • Militari e forze dell'ordine: 208
  • Uomini politici: 67
  • Dirigenti ministeriali: 52
  • Banche: 49
  • Industriali: 47
  • Medici: 38
  • Docenti universitari: 36
  • Commercialisti: 28
  • Avvocati: 27
  • Giornalisti: 27
  • Dirigenti industriali: 23
  • Imprenditori: 18
  • Magistrati: 18
  • Liberi professionisti: 17
  • Attività varie: 12
  • Società private (presidenti): 12
  • Società pubbliche (dirigenti): 12
  • Segretari particolari (politici) 11
  • Associazioni varie: 10
  • Dirigenti RAI: 10
  • Enti assistenziali e ospedalieri: 10
  • Diplomatici: 9
  • Compagnie aeree: 8
  • Dirigenti comunali: 8
  • Società pubbliche (presidenti): 8
  • Architetti: 7
  • Funzionari regionali: 7
  • Antiquari: 6
  • Compagnie di assicurazione: 6
  • Dirigenti editoriali: 6
  • Alberghi (direttori): 4
  • Consulenti finanziari: 4
  • Editori: 4
  • Notai: 4
  • Scrittori: 3
  • Provveditori agli studi: 2
  • Sindacalisti: 2
  • Commercianti: 1

Il cubo

Presents:

Aperitivo con dj

Da paurrraaaaaaaaa!!!!!!!!!!

17 ottobre h 20 in Piazza Dante n 0

"Abbiamo imparato a volare come gli uccelli,

a nuotare come i pesci,

ma non abbiamo ancora imparato l'arte di vivere come fratelli".

è un occasione per conoscersi, discutere, costruire.

se venite ci fa piacere, se non venite...c'è più roba per noi!

naturalmente l'aperitivo ve l'offriamo, se ci date un'offerta o portate qualcosa, noi non ci offendiamo!


Musica elettronica

World music and

Down tempo psichedelico

VENERDI' 3 ottobre ore 21.15 al CUBO - Piazza Dante (Chieri)
proiezione del documentario "Gli ULTIMI degli ULTIMI - viaggio nel campo ROM di MESSINA"
di R. Accorinti e E. Di Giacomo
"Ho visto con i miei stessi occhi la situazione dei Rom a Messina e sono rimasto scioccato e profondamente amareggiato.
Com'è possibile che un Paese che si dice civile, come l'Italia, tratta gli esseri umani così?
Per di più questi Rom sono a Messina da così tanto tempo.
I Rom hanno diritto di essere trattati come uomini e donne: sono uguali a noi,
sono cittadini di questo unico mondo.
O cittadini lo siamo tutti, o nessuno lo è.
In questa LOTTA a favore dei Rom è in ballo la nostra stessa cittadinanza e democrazia.
Diamoci da fare." Alex Zanotelli
"Una società che vuole risolvere i problemi utilizzando come mezzo la repressione, è destinata a fallire.
E fallisce sul piano sociale, politico e soprattutto umano.
Nei confronti del disagio, una società evoluta si distingue per le proposte, per i progetti credibili, creando opportunità nei confronti di chi non ne ha.
I Rom sono gli ultimi tra gli ultimi, per tanti motivi, veri e falsi, ma soprattutto per i nostri pericolosi pregiudizi, sì, i pregiudizi,
da sempre l'anticamera che porta alla discriminazione e a forme di razzismo." Roberto Accorinti
SABATO 4 ottobre ore 20.00 al Centro Giovanile - Piazza Caselli (Chieri)
CENA DI SOLIDARIETA' CON LE FAMIGLIE ROM DI CHIERI A RISCHIO SGOMBERO
Cucina rom balcanica:
Sarmale e Gulasch
Pita salata e dolce
Caffè turco
5 euro studenti e disoccupati
8 euro lavoratori
bimbi gratis
per info e prenotazioni: 349-0062929
ADERISCI ALLA PETIZIONE CONTRO LO SGOMBERO
Centro di documentazione il CUBO - L'Altra Chieri possibile - Rifondazione Comunista di Chieri

cineforum


E' UNA QUESTIONE DI LEGALITA'

VENERDI' 26 SETTEMBRE h 21.30

proiezione film " GATTO NERO GATTO BIANCO" di Emir Kusturica

al centro di documentazione

il CUBO in piazza Dante n.0


"GATTO NERO GATTO BIANCO" parla di un mondo popolato da sfruttatori e truffatori, vittime e criminali di guerra, in cui l'unico modo per restare puri è l'ingenuità e le uniche possibilità di sopravvivenza sono nella rakjia, nella musica e nel sesso. Anche qui, come in tutti i film precedenti, Kusturica è dalla parte dei perdenti, degli outsiders, degli innocenti.

"GATTO NERO GATTO BIANCO"è una scorribanda sull'eterna lotta per il denaro e la sopravvivenza:

vitale come la scena d'amore nel campo di girasoli, di gran lunga la più bella vista sullo schermo

disperato come una nazione dilaniata dalle peggiori truffe; delirante come una banda di zingari che suona appesa ad un albero, divertente come tutto ciò che ci consente di vivere nell'inferno e, pur sapendolo, di riderne

le parole per descrivere questo film non bastano....bisogna vederlo....immedesimarsi nel contesto, nei personaggi che hanno reso "GATTO NERO GATTO BIANCO" un film che parla di tradimenti ed illusioni, soprusi ed oppressioni, violenze ed amore, dell'eterna maledizione dell'uomo. Kusturica lo riprende usando una fotografia più naturalistica, meno stilizzata del solito, perché pensa che questa favola sia terribilmente vera. Il che ci porta direttamente al punto.

Proprio il fatto che la favola sia estremamente reale e presente ci ha portato e ci porta a combattere la bestialità e l'indifferenza in tutte le loro forme, anche in quelle istituzionali e legalitarie. Perchè ci sta troppo a cuore l'umanità e l'essere solidali...

Per questo abbiamo deciso di proiettare questo film perchè crediamo che lo sgombero del campo rom non possa avere una ragione logica nè ora nè in futuro.

contro lo sgombero


è nato un sito per organizzare e diffondere le iniziative contro l'imminiente sgombero delle 4 famiglie rom. il sito è:
www.nosgombero-rom.135.it

il sindaco dice di essere un semplice esecutore, la sua giunta dice che la legge è dalla loro parte, che bisogna "sanare", che sono "abusivi". il risultato sono 15 persone in mezzo ad una strada.
tutto questo in nome della solidarietà e del "cristianesimo sociale".
scusate, ma puzza di ridicolo.

E’ una questione di legalità. Parte II

Ovvero come il comune possa sbattere in mezzo ad una strada 15 persone con l’inverno alle porte

Chissà se la giunta di centro-sinistra che sta amministrando la nostra città si è accorta di cosa sta facendo. In nome della legalità (quanto mai di moda in questo sfortunato periodo italiano) il comune vorrebbe sgomberare 3 famiglie da un campo di loro proprietà in Strada Fontaneto tra Chieri e Cambiano. Queste famiglie vivono lì ormai da 3 anni, non hanno mai dato fastidio a nessuno, hanno un buon rapporto con il vicinato, i bambini seguono regolarmente la scuola con discreti se non buoni risultati. Per vivere, come migliaia di persone a Chieri, sono liberi professionisti. Raccolgono e commerciano metalli pagando le tasse. Hanno poco, ma quel poco che hanno se lo fanno bastare. Il campo di cui erano proprietari, pagato migliaia di euro è stato espropriato dal comune a titolo gratuito. Le scuse del Sindaco Gay e della sua giunta sono state delle più varie: che il terreno è agricolo, troppo vicino alla ferrovia, a pericolo esondazione, ecc. Per carità, tutti motivi più che validi per distruggere i pochi averi di queste famiglie e per offrirgli il marciapiede come letto e come cucina.
Noi non stiamo a sindacare sui motivi probabilmente legittimi dello sgombero, noi ci opponiamo con tutte le nostre forze all’indifferenza di queste “persone di sinistra” che non offrono nulla a chi già non ha nulla. Costringono queste persone fuggite da Torino a causa della violenza che erano costrette a subire, a tornare nell’illegalità da cui erano riuscite ad uscire. Allora la nostra proposta è questa signor sindaco: quando a novembre-dicembre queste persone non sapranno dove andare per non morire di freddo, che fa, le ospita per qualche settimana a casa sua? Fosse solo per festeggiare il santo Natale in famiglia, al caldo, tra visi amici come ci ricorda un torinese che lei dovrebbe conoscere molto bene.
Quello che proponiamo non è continuare una situazione di illegalità (a danno esclusivo delle famiglie, non certo suo o nostro signor Sindaco), quanto piuttosto che serenamente, senza ipocrisie, si cerchi una soluzione dignitosa ed umana per questo problema, contattando il comune di Torino, il consorzio socio-assistenziale e tutte quelle associazioni di volontariato che già hanno conosciuto queste famiglie e si sono dimostrate solidali con la loro situazione. E includendo, non escludendo che si risolvono i problemi. Già troppe persone che vivono a Chieri a causa della povertà o della solitudine vengono emarginate. E’ ora di dare un segnale chiaro.
Sappia che se lei con la sua giunta continuerà a perseguire la bestialità e l’indifferenza come linea politica, noi non potremmo che opporci in modo risoluto, perché noi signor sindaco non abbiamo dimenticato cos’è l’umanità e l’essere solidali.
centro di documentazione il Cubo

letture consigliate!

L’uomo a una dimensione, Einaudi, Torino 1967, pp. 253-255

Alla negazione della libertà, e perfino della possibilità della libertà, corrisponde la concessione di libertà atte a rafforzare la repressione. È spaventoso il modo in cui si permette alla popolazione di distruggere la pace ovunque vi sia ancora pace e silenzio, di essere laidi e rendere laide le cose, di lordare l’intimità, di offendere la buona creanza. È spaventoso perché rivela lo sforzo legittimo e persino organizzato di conculcare l’Altro nel suo proprio diritto, di prevenire l’autonomia anche in una piccola, riservata sfera dell’esistenza. Nei paesi supersviluppati, una parte sempre piú larga della popolazione diventa un immenso uditorio di prigionieri, catturati non da un regime totalitario ma dalle libertà dei concittadini i cui media di divertimento e di elevazione costringono l’Altro a condividere ciò che essi sentono, vedono e odorano.

Come può una società ch’è incapace di proteggere la sfera privata dell’individuo persino tra i quattro muri di casa sua asserire legittimamente di rispettare l’individuo e di essere una società libera? È ovvio che una società vien definita libera da ben altri fondamentali risultati, oltre che dall’autonomia dei privati. Eppure, l’assenza di quest’ultima vizia anche le maggiori istituzioni della libertà economica e politica, negando la libertà alle sue nascoste radici. La socializzazione di massa comincia nella casa ed arresta lo sviluppo della consapevolezza e della coscienza. Per giungere all’autonomia si richiedono condizioni in cui le dimensioni represse dell’esperienza possano tornare di nuovo alla vita; la loro liberazione richiede la repressione delle soddisfazioni e dei bisogni eteronomi che organizzano la vita in questa società. Quanto piú essi son diventati le soddisfazioni ed i bisogni propri dell’individuo, tanto piú la loro repressione apparirebbe come una privazione davvero fatale. Ma proprio in virtú di tale carattere fatale essa può produrre il requisito soggettivo primario per un mutamento qualitativo, vale a dire la ridefinizione dei bisogni.

Si prenda un esempio (sfortunatamente fantastico): la semplice assenza di ogni pubblicità e di ogni mezzo indottrinante di informazione e di trattenimento precipiterebbe l’individuo in un vuoto traumatico in cui egli avrebbe la possibilità di farsi delle domande e di pensare, di conoscere se stesso (o piuttosto la negazione di se stesso) e la sua società. Privato dei suoi falsi padri, dei capi, degli amici, e dei rappresentanti, egli dovrebbe imparare di bel nuovo il suo ABC. Ma le parole e le frasi che egli formerebbe potrebbero venir fuori in modo affatto diverso, e cosí dicasi delle sue aspirazioni e paure.

È certo che una situazione simile sarebbe un incubo insopportabile. Mentre la gente può sopportare la produzione continua di armi nucleari, di pioggia radioattiva, e di alimenti discutibili, essa non può (proprio per questa ragione!) tollerare di essere privata del intrattenimento e dell’educazione che la rende capace di riprodurre i meccanismi predisposti per la sua difesa o per la sua distruzione. L’arresto della televisione e degli altri media che l’affiancano potrebbe quindi contribuire a provocare ciò che le contraddizioni inerenti del capitalismo non provocarono – la disintegrazione del sistema. La creazione di bisogni repressivi è diventata da lungo tempo parte del lavoro socialmente necessario – necessario nel senso che senza di esso il modo stabilito di produzione non potrebbe reggersi. Qui non sono in gioco né problemi di psicologia né problemi di estetica, ma piuttosto la base materiale del dominio.

Arnaldo Otegi lascia il carcere Martutene di Donostia, dopo aver scontato 15 mesi di detenzione.

Il dirigente della izquierda abertzale, Arnaldo Otegi, ha lasciato questa mattina il carcere dopo 15 mesi di prigionia. Ad accoglierlo, centinaia di famigliari, amici e cittadini davanti ai quali il politico indipendentista ha rivolto le sue prime parole di solidarietá per “tutti i compagni che sono rimasti in carcere” e alle loro famiglie, riaffermando la volontá, ancora presente, di cercare il dialogo e aprire nuovamente il tavolo delle negoziazioni affinchè si possa conseguire uno “scenario di pace e di democrazia”.

Otegi fu arrestato subito dopo la rottura delle negoziazioni per aver partecipato a un atto di commemorazione per ricordare Jose Miguel Beñaran Ordeñara, “Argala”, militante di ETA morto in un attentato rivendicato dal BVE (Batallon Vasco Español), un' organizzazione costituitasi nel 1975 da mercenari e membri delle forze di sicurezza per fronteggiare ETA.

L'esponente di Batasuna fu giá incarcerato nel 2005 e 2006. Nella primavera del 2005 fu arrestato per essere membro del partito illegalizzato Batasuna, mentre a un anno di distanza, il suo ingresso in prigione si verificò appena pochi giorni dopo l'inizio della tregua nel marzo del 2006, per aver indetto uno sciopero generale in seguito alla morte di due prigionieri politici: Roberto Sainz e Igor Angulo.

Nonostante Arnaldo Otegi abbia potuto lasciarsi alle spalle 15 mesi di prigionia, ha in sospeso ancora quattro processi, dei quali uno vedrá la sua apertura nel 2009 e che vede implicati altri 40 membri di Batasuna di cui 22 adesso si trovano in carcere in attesa del processo.

sgombero campo rom a chieri

la mobilitazione del Cubo insieme ad altre realtà del chierese sta dando i primi frutti!

liberazione, 27/07/2008, Maurizio Pagliassotti
Torino (nostro servizio)

I 25 nomadi e i chieresi vivono insieme da 3 anni

Chieri, la giunta
vuol cacciare i rom
I vicini li difendono



Esistono specie in via di estinzione: i panda, le tigri ed anche i cittadini che non si fanno annebbiare il cervello dalla nuova emergenza nazionale, quella contro i diversi. E diversi tra i diversi sono ovviamente gli zingari, soggetti di un tiro al bersaglio che alle istituzioni bisognose di consensi da sempre più frutti. Ma a Chieri, paesone a due passi da Torino, sta avvenendo una storia atipica perchè con un finale incerto. I protagonisti sono gli stessi che si dibattono in giro per l'Italia in questi giorni: un sindaco di centro sinistra che fa lo sceriffo, venticinque nomadi che vivono nelle roulottes, i cittadini indignati che hanno paura e altri invece che proprio non riescono a stare zitti...
Per capire come va questa storia è necessario andare in questo pezzetto di campagna poco lontano dalla città. Chieri è un centro ex ricco su cui si sta abbattendo la feroce crisi del settore tessile, fagocitato dalla concorrenza cinese. Le solite fabbriche che chiudono e delocalizzano, una tensione crescente data dalla sensazione di un incipiente impoverimento generale. Le leve delle istituzioni locali da muovere in questo contesto economico sono nulle. La coperta è diventata molto piccola e l'unica cosa che viene in mente agli amministratori è difenderla da intrusi. Plauso della cittadinanza.
Il campo rom in questione assomiglia ad un campeggio. Cintato da una siepe alta e verde, roulottes parcheggiate sotto l'ombra di un boschetto. Isolato nei campi di mais: l'abitazione più vicina è una cascina e si trova a duecento metri mentre i palazzoni della Chieri che ha paura non si vedono nemmeno. Mancano i gabinetti, al loro posto sono state scavate delle rudimentali fosse biologiche. L'energia elettrica è data da generatori a gasolio.
Il sindaco di Chieri, l'ex compagno Agostino Gay, ha emesso un'ordinanza per fare smammare i dieci adulti ed i quindici ragazzini che vivono nel campo. Sul foglietto che che è stato recapitato ieri ai residenti (non è un termine usato a caso) si danno sessanta giorni di tempo per portare via tutto. Dove non è ancora dato saperlo. Di sgombero in sgombero si spera che i rom vincano le leggi della fisica e si dissolvano. Anzi, non contenta dell'ordinanza, accolta da plauso bipartisan, la giunta comunale ha optato per la super tolleranza zero e sono intenzionati a emettere un secondo provvedimento di carattere igienico-sanitario che accelererebbe le procedure.
Ieri mattina i solerti tecnici dell'Arpa (agenzia regionale protezione ambientale) hanno effettuato un controllo nel campo, ma in base ai rilievi non sono emerse situazioni critiche. Le gravi condizioni igienico sanitarie impugnate dagli sceriffi di Chieri sarebbero quindi un pretesto. Se poi verranno individuate le fosse biologiche come fonte di inquinamento del terreno sarebbe utile fare qualche controllo sulle cascine limitrofe che da sempre utilizzano questo tipo d servizio igienico.
"Ma questo terreno è nostro, l'ho pagato 25mila euro tre anni fa - protesta uno dei capifamiglia - Quando sono andato in municipio per cambiare residenza, nessuno mi ha detto niente. Ci hanno persino dato un cartello con il numero civico, strada Fontaneto 296. E il postino passa da noi tutte le mattine. Siamo una comunità pacifica che non ha mai creato attriti con i residenti della zona. Lavoriamo il ferro, facciamo anfore e sottovasi di rame, ci siamo integrati e i nostri bambini frequentano le scuole. Perchè dopo tre anni di tranquilla convivenza ci vogliono mandare via?�".
Fin qui la storia è una delle tante che accadono in Italia. Ma la reazione dei vicini di casa rompe gli schemi. Di solito sono quelli con il dente avvelenato ma in questo caso difendono a spada tratta i venticinque rom. Giovanna, mamma di tre bambini abita in una cascina poco distante: "Provvedimento incomprensibile. Non hanno mai dato fastidio a nessuno, si fanno gli affari loro, nessuno di chi abita in questa zona ha paura di alcunchè". Giovanni, un vecchio piemontese: "Premesso che a me i rom non piacciono devo dire che questi proprio non hanno mai fatto nulla di losco. Magari una ragione il sindaco ce l'ha per mandarli via ma a me non sembra giusto. Poi faccia lui...�". Nessuno dice che in caso di sgombero fronteggerà le forze dell'ordine ma in molti si presenteranno a protestare silenziosamente. "Cosa possiamo fare? Andiamo con il trattore a bloccare la strada quando si presentano i poliziotti? La politica dovrebbe occuparsi di questi problemi, non i vicini di casa". Le prossime settimane saranno decisive e la protesta di alcuni chieresi forse farà trattare su una "ricollocazione" dei 25 rom.



tre giorni di no-nocività


Difendiamo il nostro territorio, per la salute contro le nocività

CHIERI Giardini dell’Area Caselli (piazza Trento Trieste)

Venerdì 4 luglio

Ore 19.00
Aperitivo con ‘Un Punto Macrobiotico”

21.00
Nucleare no grazie, le possibili alternative
Gianni Naggi (Responsabile energia del PRC)
Massimo Zucchetti(Politecnico di Torino)
Giorgio Rossetto (Movimento antinucleare)
Racconti e testimonianze da Saluggia
Al termine Proiezione del film musicale “No Nukes”


Sabato 5 luglio


Ore 18.00
La “decrescita” parliamone insieme…
Maurizio Pallante (Movimento per la Decrescita Felice)
Piergiorgio Tenani (Il tuo Parco)

20.30
Aperitivo con ‘Un Punto Macrobiotico”

22.00
Concerto serata con “los Intentos” e altri gruppi……
Domenica 6 luglio


Domenica 6 luglio

Ore 12.30
Pranzo collettivo con prodotti locali

16.00
ENPA: “allevamenti intensivi e alimentazione”

17.30
Le grandi opere quelle che servono e quelle che NO
Mobilità: sostenibile, nuovi modelli?
Claudio Giorno - Strade e autostrade che non servono
Nicoletta Dosio (Movimento NOTAV Valle Susa)
Lele Rizzo (NOTAV-CSOA Askatasuna)
PierCarlo Porporato (Coordinamento NOTANGEST)
Andrea Mottura (NOTANGEST)
Massimo Gaspardo Moro (Muoviti Chieri)

20.30
Aperitivo con ‘Un Punto Macrobiotico”

21.00
Inceneritori? No, grazie. Quali alternative?
Comitato SettimoNonIncenerire
Al termine proiezione di un filmato e documentario


Organizzano:

Altra Chieri Possibile, Centro documentazione Il Cubo, Rifondazione Comunista Chieri,
Comunisti Italiani Chieri

NOI SIAMO QUELLI CHE...

Noi siamo quelli che... l'allarme sociale non è l'immigrazione ma la perdita di potere d'acquisto; è la precarieta' del lavoro, la gente che muore nei cantieri, mentre pochi si arrichiscono alle spalle degli altri;

Noi siamo quelli che... non vogliono la militarizzazione delle città perchè per noi i soldati sono uno strumento di morte, qui come altrove.

Noi siamo quelli che... odiano l'indifferenza perchè è sintomo di ignoranza;

Noi siamo quelli che... fanno della solidarietá un'arma, perchè la lotta dell'oppresso contro l'oppressore è anche la nostra lotta;

Noi siamo quelli che... ricordiamo la storia per la nostra dignitá e per portare avanti la lotta antifascista;

Noi siamo quelli che... al fascista buono... non ci crediamo, e non scendiamo a compromessi con lui;

Noi siamo quelli che... credono nei rumori della natura, non in quelli dell'uomo.

Noi siamo...

Il Centro di Documentazione Cubo nasce nel Settembre del 2007 dall'incontro di giovani student*, lavorator*, precar*, ambientalist*, animalist*, ecc... che vogliono portare il loro contributo nel territorio chierese e costruire uno spazio culturale di contro-informazione e socialità, nel momento in cui i mezzi di comunicazione subiscono sempre di piú una manipolazione atta ad acquietare gli animi della gente comune con l'intento di atrofizzare le menti.

Le iniziative organizzate durante l'anno sono state diverse: sviluppo delle tematiche giovanili attraverso schizzi e disegni della TSA Crew (gruppo writers), incontri-dibattiti di contro-informazione sugli aerei da guerra F35 che sono in costruzione a Novara e sui manifestanti processati in seguito al G8 di Genova del 2001, cineforum su diverse tematiche tra cui le morti bianche e il conflitto israeliano-palestinese, concerti, mostre, reading musicali, banchetti con libri gratuiti,ecc...

Di fondamentale importanza è per noi organizzare momenti di aggregazione con i giovani, o meno, del territorio per poter mettere in discussione tutte quelle tematiche che vengono assunte come “date di fatto”.

Sappiamo l'inizio, ma non sappiamo la fine.


Centro di documentazione Cubo

Collettivo Spazi Autonomi

P.zza Dante n. 0

riunione: ogni giovedì alle ore 21.30


il cubo alla festa del solstizio d'estate.



quella di domenica è stata una gran bella festa, colorata e semplice come dovrebbero essere tutte le feste di quartiere. volevamo ringraziare Oppe per la sua gentilezza e disponibilità.
se volete sentire le sue canzoni, scaricarle o semplicemente scoprire il suo estro andate sul sito "my space" e digitate "le cose dei licianni". A parte il centro di documentazione "dati" e incontri del terzo tipo, siamo stati ben felici di aderire ad una festa che speriamo si ripeterà il prossimo anno.

teatro popolare europeo

ciao a tutti!
tra le tante iniziative di giugno, segnatevi sull'agenda la nostra piccola ma... significativa partecipazione alla Festa del solstizio d'estate!

venerdì 13 giugno ore 21.15 sul sagrato della chiesa di
san giorgio (chieri)
compagnia La Pulce (bergamo)
"virginia, una storia di baci e di bugie"
(noi saremo presenti con il nostro banchetto dei libri).

domenica 22 giugno ore 16.30 a partire dal sagrato della chiesa di san giorgio (chieri)
una festa-baratto: gli abitanti del quartiere del Murè (str. Andezeno, str. Baldissero, via Garibaldi...) e di Chieri scambiano le proprie risorse creative e si incontrano
una festa come quelle antiche, che salutavano i cambiamenti delle stagioni
una festa di comunità
una sfilata di nonne e di torte e una macedonia culturale
...si esibirà per noi l'amico e cantautore Oppe e le cose dei licianni...

Tutto questo per dirvi che ci fa piacere invitarvi!
il cubo è ben felice di partecipare ad un' iniziativa come questa, dove si cerca di far vivere il proprio quartiere, dove il parco o la piazza diventano di nuovo occasione di incontro e di confronto.
alla facciacia di chi pensa che siamo persone chiuse!


vi aspettiam!

ODIO GLI INDIFFERENTI


“Odio gli indifferenti. Credo che vivere voglia dire essere partigiani. Chi vive veramente non può non essere cittadino e partigiano. L’indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita. Perciò odio gli indifferenti.
[...]
Ciò che succede, il male che si abbatte su tutti, avviene perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia promulgare le leggi che solo la rivolta potrà abrogare, lascia salire al potere uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare. Tra l’assenteismo e l’indifferenza poche mani, non sorvegliate da alcun controllo, tessono la tela della vita collettiva, e la massa ignora, perché non se ne preoccupa; e allora sembra sia la fatalità a travolgere tutto e tutti, sembra che la storia non sia altro che un enorme fenomeno naturale, un’eruzione, un terremoto del quale rimangono vittime tutti, chi ha voluto e chi non ha voluto, chi sapeva e chi non sapeva, chi era stato attivo e chi indifferente. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: se avessi fatto anch’io il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, sarebbe successo ciò che è successo?

Odio gli indifferenti anche per questo: perché mi dà fastidio il loro piagnisteo da eterni innocenti. Chiedo conto a ognuno di loro del come ha svolto il compito che la vita gli ha posto e gli pone quotidianamente, di ciò che ha fatto e specialmente di ciò che non ha fatto. E sento di poter essere inesorabile, di non dover sprecare la mia pietà, di non dover spartire con loro le mie lacrime.
[...]
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti”.

NO SAFFO


la cosa più bella, ha detto Saffo, è colui che si ama.
no, saffo, io dico, colui che si ama non sarà bello fintanto che un imprenditore, una cooperativa o un'agenzia di lavoro gli succhia il sangue:
a 3 euro l'ora non c'è futuro per la bellezza.
consentimi di toglierti dalla testa le stronzate con cui ti hanno cresciuta.
anattoria non sarà bella se costretta a lavorare come ragazza squillo
atthis non intreccerà corone di fiori se la fabbrica sarà smantellata e trasferita al cairo.
la cosa più bella, dunque, il presupposto per la bellezza, è la lotta di classe.
avevi ragione, niente cavalieri né schiere armate, né flotte navali,
ma quando prevarranno la solidarietà dei lavoratori, la cooperazione, l'eguaglianza,
allora il cielo e la terra si baceranno negl'occhi della mia amata.
dunque, tra gli scrittori, all'università o a un concerto,
la bellezza non la puoi trovare, oggi la troverai solo in un sindacato.
i netturbini, saffo, i carri della mondezza, sono la cosa più bella.
aharon shabtai

il cubo aderisce al boicottaggio della fiera del libro2008 promosso dall'assemblea free palestine.
israele con i suoi massacri, non può essere un ospite d'onore.
invitiamo tutti i chieresi che non sono d'accordo con le politiche del governo israeliano a partecipare alla manifestazione in solidarietà con il popolo palestinese, contro l'embargo a gaza.

h 14 - corso Marconi/via Madama Cristina (TORINO): Manifestazione Nazionale per la Palestina


il blog ritorna

il blog del cubo torna a vivere dopo quasi 2 mesi di pausa.
pausa che ci è servita per chiarire le finalità di questo blog, i contenuti che vogliamo dargli.
purtroppo dopo alcuni commenti "poco intelligenti" abbiamo preferito iniziare a filtrarli.
tutti i commenti che contengono insulti a singoli membri del cubo o al cubo non verranno pubblicati. non si tratta di "censura" come qualcuno ha scritto, si tratta di buonsenso dato che su questo blog si vuole fare politica, ad un livello che sia più alto di "w del piero" o "comunisti di merda". noi non ci nascondiamo dietro sigle o scritti anonimi ed è gradito che chi non è d'accordo con le nostre posizioni facesse altrettanto.
quando parliamo di antifascismo e antirazzismo ci mettiamo la faccia e non abbiamo paura.

IL CUBO E' ANTIFASCISTA


vi scriviamo qui di seguito il programma delle iniziative che il cubo ha organizzato insieme ad altre realtà facendo parte del cordinamento antifascista di chieri.
il titolo che abbiamo scelto quest'anno è particolare:

tiochfaid ar là (dal gaelico: "il nostro giorno verrà". frase presa dal libro:
bobby Sands, UN GIORNO DELLA MIA VITA.Introduzione di Sean MacBride A cura di Silvia Calamati, Milano, Feltrinelli, 1996).

SABATO 19 APRILE
-h. 10.00 in P.zza Dante - Reading Musicale - Brani e poesie resistenti

-h. 16.30 in Via Vittorio Emanuele - Reading Musicale - Brani e Poesie resistenti

-h 21 in Sala della Conceria - Proiezione dei Video: "60 anni dopo: i volti e le storie di una Chieri liberata" e "Aldo dice 26 per 1" (prima ci sará la presentazione del libro di Gastaldi – anpi)

MARTEDì 22 APRILE
-h. 21.30 - CONCERTO dei FRATELLI DI SOLEDAD e EL TRES al Centro Giovanile, Area Caselli

MERCOLEDì 23 APRILE
-h. 8.00 - RACCONTI PARTIGIANI incontro nelle scuole "A. Monti" e "B. Vittone"
-h. 19.30 - Aperitivo Antifascista presso la Casa del Popolo in V.Avezzana, 24

-h. 20.30 - Proiezione del film "L'armadio della Vergogna" in V.Avezzana, 24


VENERDì 25 APRILE
-CORTEO - ritrovo ore 9.30 in P.Europa (davanti alla chiesa vicino al benzinaio)
-h. 13.00 ca in P.zza Dante - PRANZO ANTIFASCISTA curato dal Punto Macrobiotico
(gradita prenotazione al num: 0119427337-Punto Macrobiotico o 3490062929-Renato)

bella storia

il centro di documentazione il cubo ormai è una reatà a chieri.Ormai esiste da un anno....tra concerti cineforum manifestazioni contro il tav o il molin.
Penso che sia un buon risultato...ma possiamo fare del cubo un posto più socialmente utile dal punto di vista del consenso....questo si potrebbe fare solo grazie a te che leggi....il cubo per vivere ha bisogno anche del tuo aiuto...se sei studente se sei operaio se sei senza lavoro se pensi di cambiare il mondo se pensi che ognuno può esprimere la propia idea...
vieni al cubo ti aspettiamo
bella ragazzi e ragazze io vi aspetto noi vi aspettiamo;)

bella ciauuu

ciao compagni...ho sentito raul, il responsabile della cooperativa per il pranzo di domani dopo essere andati a dare i fiori ai partigiani.
Mi ha detto che farebbe un prezzo popolare di 10 euro e fa da mangiare sia per i carnivori che pre i vegetariani che per i frugivori...quindi per tutti i gusti.
Ci vediamo domani mattina alle 9.30
Buona serata a tutti

A.N.P.I. Domenica 2 Marzo

L'A.N.P.I. di Chieri ha organizzato una visita nei luoghi dove caddero alcuni partigiani tra marzo-aprile 1945.
Lo faranno per portare un fiore, lo faranno per ricordare.
Si andra ad albugnano, Berzeno San Pietro, Castelnuovo Don Bosco, Moncucco, Barzano San Pietro.
Noi parteciperemo e invitiamo tutte/i le/gli antifasciste/i di chieri a farlo.
il ritrovo è alle h9.30 a Porta Garibaldi (monumento degli alpini).
per problemi ed informazioni: 011 811.22.53
I partigiani morti combattendo i fascisti devono essere ricordati.

figli di nessuno

ieri giovedi 21 c'è stata al punto macrobiotico di chieri (Strada Andezeno, 39/41 011 9427337)
una gran bella cena. Non solo si è mangiato un sacco di cose ottime spendendo 5euro, ma abbiamo avuto anche il piacere di ascoltare Giuseppe Gastaldi, presidente dell' ANPI di chieri.
Ha parlato della sua vita da bambino, della scelta alla clandestinità all'età di 16 anni. Degli arresti subiti, delle condanne a morte, della liberazione di chieri e del torinese. tutto questo con la passione e la forza di sempre.
Ci siamo lasciati intonando bella ciao. il sig. Gastaldi ci ha detto però che durante la resistenza usavano cantare quest'altra canzone, che non conoscevamo. ve la scriviamo, sperando di ricordarcela giusta.

G.Gastaldi ha perso molti compagni in guerra. Compagni di cui è rimasto solo il dolore dei parenti e lapidi per ricordarli. Il giorno della memoria quelle lapidi sono state inbrattate con svastiche e croci celtiche.

Onoriamo tutti i compagni caduti e invitiamo i chieresi a partecipare il 25 Aprile al corteo e alle successive iniziative.

Nell'italia dove D'Alema va a braccetto con Fini, dove a Torino si chiede di dedicare una via ad Almirante,
dove crescono le sezioni di forza nuova facendo finta di niente, se è possibile ancora la resistenza, noi resistiamo.
il cubo è antifascita.

figli di nessuno

Figli di nessuno, che noi siam...
Fra le rocce noi viviam,
ci disprezza ognuno
perché laceri noi siam.

Siamo nati chissà quando,
chissà dove, allevati dalla pura carità;
senza padre senza madre, senza un nome
noi viviamo come uccelli in libertà.

Noi viviamo fra i boschi
sugli alti monti e
dagli aquilotti ci
facciamo ammirar.

Le ragazze d'oggi
son smorfiose,
cercan tizio, cercan caio,
mille cose in quantità.

Ma se troviamo uno
che ci sappia comandar e dominar,
figli di nessuno che noi siam,
anche a digiuno sappiam sparar.

morti di freddo


In italia nel 2008 sono morte di freddo 4 persone dall'inizio dell'anno.
Rodzosky e Michele e altri 2.
Altri due perchè per i giornali non hanno nome, sono barboni.
Chi muore di freddo muore perché, per la società, non è niente.
è questa la dura realtà;
un pugno in pancia per tutti.
quando sapremo i nomi degl'altri due ve li scriveremo.
fosse solo per sapere quali erano.
il nome cazzo, almeno il nome.

palestina libera

Antisemitismo: la solita, indegna accusa.

Non è la prima, e non sarà l’ultima volta, che avviene: chi osa protestare contro Israele, l’occupazione illegale dei Territori palestinesi, la punizione collettiva di un milione e mezzo di persone innocenti, i quotidiani crimini di guerra commessi dal suo esercito è destinato a sbattere contro la trita e ritrita accusa di antisemitismo, la clava usata dagli apologeti di Israele per tacitare la libertà di critica contro l’operato di questo Stato-canaglia.

E tuttavia fa davvero impressione la generale levata di scudi contro il boicottaggio proposto alla partecipazione di Israele come ospite d’onore alla prossima Fiera del Libro di Torino, questo vociare becero e scomposto che, a partire dai quotidiani a maggior diffusione in Italia come il Corsera e La Repubblica, arriva addirittura ad accostare questa legittima, civile e pacifica dimostrazione alle leggi razziali italiane, all’odio antiebraico, all’antisemitismo.

Così come lascia sgomenti il fatto che queste anime belle si dimostrino, al contempo, indifferenti al trattamento a cui è sottoposta la popolazione della Striscia di Gaza, lasciata senza luce, senz’acqua, senza medicinali, affamata, massacrata.

Ed è davvero insopportabile, a breve distanza dalla ricorrenza in cui siamo chiamati, come ogni anno, a commemorare la Shoah e a batterci il petto gridando “mai più!”, che il cinismo e l’ipocrisia dei media e della politica di casa nostra giudichi assolutamente giustificata, se non opportuna, la condanna dei Palestinesi di Gaza a vivere nelle miserevoli condizioni di un campo di concentramento, dove, a somiglianza del campo di cui narra il film “Schindler’s List”, si rischia ogni giorno di morire per la casualità di un colpo di cannone o di un missile targato Israele.

In questo senso, mi pare opportuno segnalare il bell’articolo di Paola Canarutto recentemente apparso su Il Manifesto.



Il 24 gennaio, con il segretario di European Jews for a Just Peace, ho presentato all'Oms, a Ginevra, la nostra lettera contro l'assedio di Gaza.

Li abbiamo ringraziati per aver condannato il taglio dell'elettricità agli ospedali, sollecitandoli a trattare anche della mancanza di acqua potabile e dello sfascio delle fognature.

Poiché sono medico, ho suggerito di denunciare anche la carenza di cibo e l'impossibilità di scaldare le case (mentre Israele minaccia di far mancare, fra poco, anche il gas da cucina): anche questo nuoce alla salute.

L'alto funzionario ha commentato che le loro dichiarazioni sono sempre esito di faticose mediazioni: Israele fa parte dei comitati.

Tornando a casa, mi sono sentita scema: ero andata a Ginevra per dire all'Oms che la fame è nociva!
Alla riunione con gli organizzatori della Fiera del Libro, il consigliere regionale Chieppa del Pdci, il Comitato di solidarietà con il popolo palestinese di Torino ed io avevamo chiesto di porre gli scritti palestinesi sullo stesso piano di quelli israeliani.

La risposta è stata un No secco.

Al governo israeliano, la Fiera serve da autocelebrazione, per far dimenticare le atrocità compiute. Parteciparvi, anche con spirito «critico», vuol dire stare al gioco.

Non basta far credere al mondo intero che Yehoshua (che vuole il muro), Oz e Grossman siano pacifisti: ad Israele, gli oppositori servono per dimostrare la propria «democraticità». Non si finisce in carcere perché si è di B'Tselem. Halper può manifestare per i palestinesi: lui, non lo arrestano.

Chi è arrestato, torturato e ucciso senza processo, sono gli abitanti dei Territori Occupati, coloni esclusi: sono quelli della «razza» e della religione «sbagliata». Ma, poiché questi non hanno la cittadinanza, Israele si proclama «democratico». Lo è persino con i cittadini non ebrei. Sempre che non mettano in causa l'ebraicità dello stato: in tal caso, se sono importanti, rischiano di finire come Bishara, accusato - con una scusa - di tradimento, onde il suo partito, il Balad, finisse allo sbando (come puntualmente è avvenuto); o, se non lo sono, come i palestinesi cittadini israeliani, uccisi dalla polizia all'inizio dell'Intifada. Per queste uccisioni, Israele ha deciso che nessun poliziotto sarà processato.

Lo sterminio degli ebrei è un crimine incomparabilmente più grave della nakba. Ma Israele ne usa il ricordo, non per rifiutare alleanze con fascisti e simili (che dire dell'alleanza con il regime di Videla? del viaggio di Fini? dell'amicizia di Berlusconi, al governo con una Lega razzista?), ma per cacciare i palestinesi.

A compiere lo sterminio furono tedeschi (e polacchi, italiani, etc.): non palestinesi. Responsabili della nakba, invece, furono coloro che vollero uno stato a maggioranza ebraica, e chi li sostenne (Stalin compreso). I palestinesi funsero da capro espiatorio, come dalle prescrizioni del Levitico: quello su cui scaricare i peccati, prima di mandarlo a morire nel deserto. Peccati, notare, non compiuti affatto dal capro (Lv 16, 10.21s.).

La levata di scudi contro il boicottaggio della Fiera suona male: si prese una posizione analoga nel 2006, quando Israele, con gli Usa e l'Unione Europea (anche l'Italia, cioè) boicottarono i palestinesi, per il voto a Hamas?

Allora, nei Territori Occupati, chiusero scuole ed ospedali: i dipendenti non erano pagati. Durante la prima Intifada, Israele aveva chiuso - per anni – scuole e università palestinesi.

Il rettore dell'università di Al-Quds, Nusseibeh, è in ottimi rapporti con Israele: ha firmato un'iniziativa di pace con Ayalon, ex capo dei servizi segreti. Ciononostante, dentro l'università c'è il muro; per entrare e uscire, gli studenti devono passare un posto di blocco. Stante il muro e i checkpoint, occorrono ore per raggiungere, da Betlemme, l'università di Al-Quds; e sono pochi chilometri.

Questi, va da sé, non rientrano fra i boicottaggi culturali: il mondo – diversamente da Parlato – non considera i palestinesi i nuovi ebrei.

I dirigenti della Fiera hanno tenuto a dirci che questa è fortemente sostenuta dalle autorità istituzionali del Piemonte, sindaco di Torino incluso.

Un paio di anni fa, il Comune di Torino aveva fatto sì che diverse organizzazioni scrivessero un testo per insegnanti («Israele/Palestina. Palestina/Israele». Sussidio Informativo, edito dalla Città di Torino e dal Coordinamento di Comuni per la Pace).

Del libretto, dichiaratamente per la non violenza, avevo preparato il capitolo sui movimenti pacifisti israeliani. Quando lo presentammo, nel settembre 2006, il presidente della comunità ebraica insorse. Ad un incontro successivo, invece, non sono stata invitata. Mi dicono che è andato dal sindaco l'ambasciatore israeliano, per spiegargli l’«inopportunità» del testo, perché «non equidistante».

Risultato: il librino è sparito. Nemmeno chi ha scritto il libro sa se il Comune l'ha mandato al macero, o se ne ha sepolto le copie in un ripostiglio, scelto fra quelli più abitato dai topi.
Per molti, non si può chiedere ad un evento letterario, come la Fiera, di essere «equilibrata». Ma se un testo non piace all'ambasciatore israeliano, basta l'accusa di mancato equilibrio perché il Comune si faccia piccolo piccolo, chieda scusa, e nasconda il libro.

È chiaro che in questo caso non si parla di «censura», di «inutilità» di un boicottaggio antidemocratico. Non s'ha da boicottare Israele: chi lo fa rischia di essere definito «antisemita», magari «nazista». Far scomparire un testo, e (più grave) impedire ai palestinesi di andare a scuola, non è boicottaggio culturale. È normale «democrazia» israeliana (esportata, almeno in un caso, anche qui da noi). E, per Parlato, gli ebrei israeliani sono diversi dai sudafricani bianchi. È vero. Sono peggiori: in Sudafrica lo scopo era di sfruttare i neri, non di espellerli.

Libri di strada



Quanto costa un libro al giorno d’oggi?

Si arriva a spendere anche 20 0 30 euro.

Questo significa che chi non se lo può permettere non legge.

Il collettivo “Spazi autonomi” il sabato mattina mette a disposizione libri per le tasche di tutti. .

Li abbiamo presi nelle nostre case, altri sarebbero stati buttati. Altri ce li hanno donati, altri li abbiamo comprati.

I soldi che vi chiediamo sono un offerta con cui ci date la possibilità di comprare nuovi titoli per continuare questa piccola esperienza di autogestione dal basso.

Libri di tutti per tutti.

Se avete libri di cui volete liberarvi o che volete donarci

portateceli tutti i sabati mattina al centro di documentazione “il cubo” in piazza Dante o chiamate lo

011 9414926(Simone).

Contro il consumismo che vuole buttare i libri invece di farceli scambiare,

rimettiamo in circolazione il sapere a prezzi popolari.

A ciascuno secondo i suoi bisogni, ciascuno secondo le sue possibilità.

Centro di documentazione “Il cubo”

piazza Dante n0.

Le riunioni sono il lunedì alle 21.30

MICROMEGA PROMUOVE QUESTO APPELLO: FATE CIRCOLARE!


Per sottoscrivere la lettera-appello:
<http://www.firmiamo.it/liberadonna>www.firmiamo.it/liberadonna

Caro Veltroni, caro Bertinotti, cari dirigenti del centro-sinistra tutti,

ora basta!

L'offensiva clericale contro le donne – spesso vera e propria crociata
bigotta - ha raggiunto livelli intollerabili. Ma egualmente
intollerabile appare la mancanza di reazione dello schieramento politico
di centro-sinistra, che troppo spesso è addirittura condiscendenza.

Con l'oscena proposta di moratoria dell'aborto, che tratta le donne da
assassine e boia, e la recente ingiunzione a rianimare i feti
ultraprematuri anche contro la volontà della madre (malgrado la
quasi certezza di menomazioni gravissime), i corpi delle donne sono
tornati ad essere “cose”, terreno di scontro per il fanatismo religioso,
oggetti sui quali esercitare potere.

Lo scorso 24 novembre centomila donne – completamente autorganizzate –
hanno riempito le strade di Roma per denunciare la violenza sulle donne
di una cultura patriarcale dura a morire. Queste aggressioni clericali e
bigotte sono le ultime e più subdole forme della stessa violenza,
mascherate dietro l’arroganza ipocrita di “difendere la vita”. Perciò
non basta più, cari dirigenti del centro-sinistra, limitarsi a dire che
la legge 194 non si tocca: essa è già nei fatti messa in discussione.
Pretendiamo da voi una presa di posizione chiara e inequivocabile, che
condanni senza mezzi termini tutti i tentativi – da qualunque pulpito
provengano – di mettere a rischio l'autodeterminazione delle donne,
faticosamente conquistata: il nostro diritto a dire la prima e
l’ultima parola sul nostro corpo e sulle nostre gravidanze.

Esigiamo perciò che i vostri programmi (per essere anche nostri) siano
espliciti: se di una revisione ha bisogno la 194 è quella di eliminare
l'obiezione di coscienza, che sempre più spesso impedisce nei fatti di
esercitare il nostro diritto; va resa immediatamente disponibile in
tutta Italia la pillola abortiva (RU 486), perché a un dramma non debba
aggiungersi una ormai evitabile sofferenza; va reso semplice e veloce
l'accesso alla pillola del giorno dopo, insieme a serie campagne di
contraccezione fin dalle scuole medie; va introdotto l'insegnamento
dell'educazione sessuale fin dalle elementari; vanno realizzati
programmi culturali e sociali di sostegno alle donne immigrate, e
rafforzate le norme e i servizi a tutela della maternità (nel quadro di
una politica capace di sradicare la piaga della precarietà del lavoro).

Questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più
disposte a compromessi.

PRIME FIRMATARIE:

/Simona Argentieri//Natalia Aspesi//Adriana Cavarero//Isabella Ferrari//Sabina Guzzanti//Margherita Hack//Fiorella Mannoia//Dacia Maraini//Alda Merini//Valeria Parrella//Lidia Ravera//Elisabetta Visalberghi/
Per sottoscrivere la lettera-appello: www.firmiamo.it/liberadonna

OMICIDIO ALDROVANDI




Ferrara, febbraio 2008 - Spunta un video di dodici minuti registrato dalla Polizia Scientifica quando Federico era già cadavere, ma ancora disteso sull'asfalto, che aggiunge altro orrore alla tragica vicenda di Ferrara del 25 settembre 2005. Quel giorno appunto, come ormai tutti sanno Federico Aldrovandi, un ragazzo di diciotto anni viene ucciso senza motivo o forse bisogna ancora dire, viene trovato morto dopo un intervento della polizia. Queste immagini che verranno dibattute nell'udienza del 13 Febbraio sono girate prima dell'arrivo del medico legale (alle 9.30), e sono state acquisite durante il processo a carico di quattro agenti accusati di omicidio colposo. Le immagini documentano la scena del delitto si vedono una decina di poliziotti, si vede il volto tumefatto di Federico, le sue mani livide e sporche, il suo telefonino su una panchina molto distante dal suo corpo.

Non c'è la pozza di sangue accanto al suo volto, non ci sono manganelli rotti nelle vicinanze, e neanche il portafoglio di Federico. Elementi che nella ricostruzione portata dagli avvocati della famiglia di Federico, contrastano nettamente con le fotografie scattate dal medico legale dove il ragazzo lo vediamo poggiato vicino ad una grande macchia di sangue, e dove il suo portafoglio appare nella tasca del giubbotto, con i jeans slacciati mentre nel video appaiono ben allacciati. E inoltre i manganelli rotti durante la colluttazione tra gli agenti e il ragazzo, che compiono solo il pomeriggio in questura. Ancora ombre sui dialoghi del video che forse collegati a una telefonata, sembra che indichino di un colloquio con un magistrato e che se accertati chiarirebbero perché il pm di turno quella mattina non andò sul luogo del delitto. «Si è ammazzato da solo». «Qui ci vuole la benzina». Altre frasi, rumori e perfino risate di chi forse si credeva inattaccabile perché poliziotto.

Ma inattaccabili per questo caso lo sono sempre meno. E questo grazie ad una madre che sulla morte del figlio ha voluto vederci chiaro. Si è fatta protagonista, si è creata un blog, ha costruito intorno a lei una rete fatta di amici di Federico, fatta di madri che avevano già vissuto la sua esperienza, fatta di movimenti che hanno saputo ascoltarla. E così un semplice blog di protesta è diventato una grandissima manifestazione il 23 Settembre 2006, e così un caso già archiviato e adeguatamente insabbiato è tornato alla cronaca. Come alla cronaca deve tornare la legge Reale che da decenni in questo paese che permette l'incolumità dello Stato quando si fa assassino.

da infoaut.org


Sito Internet: federicoaldrovandi.blog.kataweb.it/