Palestra popolare antifascista “ERCOLE CHIOLERIO”

Nasce la palestra popolare “Ercole Chiolerio” e nasce, come nelle migliori tradizioni, in piazza! Sabato 17 novembre in via Vittorio (piazzetta della Meridiana) alle h 16 ci sarà il primo allenamento. Chi è interessato venga vestito sportivo. Gli incontri successivi verranno decisi al termine del pomeriggio. Ci chiamiamo Aria, perché mai come oggi c’è bisogno di una boccata d’aria, anche nella nostra città che soffoca di cemento e solitudine. Il 3 novembre siamo entrati nella ex scuola Mosso: da spazio chiuso volevamo trasformalo in spazio comune, riempirlo con la nostra energia e le nostre attività. Tre giorni dopo uomini in divisa ci hanno allontanati perché in questa democrazia anche la libertà per esistere deve chiedere il permesso. Se pensano di fermarci si sbagliano di grosso! Le attività che volevamo fare nella scuola, le facciamo in piazza e in spazi pubblici finché il tempo lo permetterà. Poi vedremo, la fantasia e il coraggio non ci mancano. Se non ci daranno quello che chiediamo, uno spazio per fare attività gratuite per ragazzi, disoccupati, famiglie e persone sotto sfratto, ce lo prenderemo. Ercole Chiolerio: nato a Torino nel 1928, caduto ad Albugnano (Asti) il 3 marzo 1945, Medaglia d'Oro al Valor Militare alla memoria. Comandante partigiano del “distaccamento Barca" della 19a Brigata Giambone - IV Divisione Garibaldi operante nell'Astigiano, si distinse per la sua audacia in numerose azioni contro gli occupanti nazisti ed i fascisti. Il 3 marzo 1945, ad Albugnano, avvenne un furioso combattimento tra le truppe nazifasciste ed i partigiani della Garibaldi: Chiolerio si portò con una mitragliatrice in una posizione dalla quale avrebbe potuto meglio fermare il nemico e coprire il ripiegamento della propria formazione. Anche quando gli fu ordinato di ritirarsi da quel posto ormai troppo esposto, il giovanissimo partigiano continuò a sparare contro i nemici avanzanti. Gravemente ferito, continuò a sparare con la mitragliatrice fino a che non fu colpito a morte. Aria, comunità resistente. Per info e contatti: Cell: 3476776453 Mail: ilcentrocubo@gmail.com

ARIA!

Sabato 3 Novembre c’era il sole a Chieri. Chieri è la città che ci ha visto nascere e crescere, quella in cui siamo andati a scuola e abbiamo avuto le nostre prime cotte. Ne conosciamo i muri, le stradine, gli odori. Chieri l’amiamo. Per questo il 3 novembre siamo entrati nell’ex scuola Mosso di Via Tana, chiusa dal 2009. Uno spazio enorme che il Comune vorrebbe vendere pensando che si possa tirare a campare ancora qualche anno alienando quelli che sono gli spazi pubblici, cioè di tutti. E a noi questa cosa fa un po’ schifo, come ci fanno schifo le banche, i politicanti e i padroni. Nella nostra piccola città tra speculazioni edilizie, colate di cemento e amici degli amici, vediamo che il grigio si impossessa anche delle facce della gente che incontriamo per strada o in qualche brillantissimo ipermercato. A chi ama la vita e la libertà, manca l’aria, pure nella nostra ridente cittadina. Noi da spazio pubblico abbandonato stiamo trasformando questa scuola in spazio comune. Da vuoto lo vogliamo riempire con le nostre energie, il nostro tempo e le nostre idee. E di progetti ne abbiamo: inizieremo con una bottega dell’usato dove si potrà scambiare o prendere giochi, mobili e vestiti gratuitamente o ad offerta libera e una palestra popolare di boxe e Thai boxe. Ci piacerebbe creare una ludoteca e un doposcuola, attivare corsi di lingua e open source; vorremmo stimolare la nascita di un comitato di quartiere. Siamo infatti consapevoli che a Chieri molte esigenze e istanze sociali non trovino risposta: le esigenze di chi ha bisogno di uno spazio aperto dove esprimere le proprie capacità, uno spazio aperto dove trovare sostegno nelle piccole lotte quotidiane, uno spazio aperto dove confrontarsi. Molti di noi vivono a Chieri da sempre e partecipano alla sua vita politica da tanti anni. La politica come piace a noi, democrazia dal basso e autodeterminazione, cercando di mettere le persone prima del denaro e dell’egoismo privato che crea problemi e non soluzioni. Per questo sarà attivo da subito uno sportello Prendocasa per le famiglie che a causa della crisi non riescono più a pagare il mutuo o l’affitto. Tutti i nostri progetti sono gratuiti e autofinanziati. I nostri unici riferimenti sono l'antifascismo militante e le lotte partigiane, di allora e di oggi. Siamo una comunità di ragazzi e ragazze, la più piccola ha appena compiuto 1 anno, il più grande ne ha 42 (e non li dimostra); arriviamo da percorsi di vita molto differenti tra loro: c'è chi ha conosciuto la vita di strada, chi vive la difficoltà quotidiana del precariato, c'è chi si impegna nelle lotte universitarie, chi è a fianco del movimento NoTav e chi non si è mai interessato della politica istituzionale. Ci piace discutere e la nostra azione si contraddistingue per il confronto continuo, siamo tutti spinti dalla passione per le cose che facciamo e per gli ideali che difendiamo. Chiediamo a tutti quelli che ci hanno conosciuto in questi anni o che ancora non ci conoscono di venire a trovarci, portando la loro solidarietà attiva. Lo spazio è di tutti; se avete proposte, venite a condividerle. Questo spazio è anche vostro. Speriamo di portare una boccata d’aria in questa città! Una comunità in lotta

Sfratti: vergogna? No, rabbia!

Oggi è stata una giornata importante per noi militanti del Cubo. Contattati da un amico avvocato, siamo venuti a sapere che ci sarebbe stato uno sfratto in una zona popolare di Chieri. Anche se il preavviso è stato molto esiguo, abbiamo deciso comunque di non lasciare sola una famiglia in difficoltà. Stamattina dalle h 8 abbiamo allestito il nostro primo presidio “antisfratto” davanti all’abitazione. Abbiamo conosciuto la moglie e la mamma di questa famiglia. Non è importante fare il nome, perché potrebbe essere una delle decine o centinaia di mogli e madri chieresi che dormono male di notte perché il marito ha perso il lavoro, per il mutuo, l’affitto, perché di soldi nell’Italia di Monti la gente comune ne vede ancora meno di prima. Oggi abbiamo conosciuto l’arroganza dei padroni (di casa, nel caso specifico), di gente che possiede una decina di appartamenti però se piove e provi a coprirti sotto la tettoia dell’androne, ti manda via in malo modo. Gente che non usa il cuore per entrare in relazione con i suoi simili, ma l’ampiezza del portafoglio e il conto in banca. Oggi abbiamo conosciuto il dolore di una madre che si sente umiliata e sola di fronte a chi fa la voce grossa, protetto da divise e leggi che da sempre difendono i forti più dei deboli. Una madre che prova vergogna perché a stento riesce a garantire un tetto sopra la testa del figlio; vergogna perché deve contare le monete per far la spesa; vergogna perché disoccupata. La violenza della società in cui viviamo arriva al punto da colpevolizzare le vittime, far venire ulcere, emicranie, infarti e depressione a chi non ha colpa e semplicemente vorrebbe vivere e amare la sua famiglia facendo un lavoro onesto e dignitoso. Noi diciamo basta a questo schifo. Se c’è qualcuno che dovrebbe vergognarsi sono i proprietari di palazzi che portano i soldi all’estero per non pagare le tasse, sono i politicanti di destra e di sinistra che rubano legalmente in mille modi diversi; sono bancari che applicano tassi d’interesse da usura. Questa signora con le lacrime agli occhi alla fine della mattinata ci ha detto: “Grazie a voi ragazzi, questa mattina mi sono sentita più forte, non mi hanno messo i piedi in testa!”. E anche a noi un po’ ci è venuto da piangere. Continueremo a stare vicini a questa persona, non la lasceremo sola; e come lei tutte le altre famiglie che uscendo dall’omertà e dal silenzio vorranno con un po’ di coraggio tirare fuori la loro angoscia e le loro difficoltà È collettivamente che abbiamo qualche speranza in più di salvare tetto, pasti, lavoro e dignità. Per chiunque avesse bisogno di informazioni o volesse contattarci, lo sportello “Casa” è aperto il sabato mattina dalle h11 alle h12 in piazza Dante n.0 Oppure: Facebook: “Il Cubo” Mail: ilcentrocubo@gmail.com Laboratorio politico “Il Cubo”

Si può sparare agli animali? Bene! Spariamo ai cacciatori!

TORINO 3 GIUGNO 2012 ore 15,30. Manifestazione Nazionale: Restituiteci il Referendum e la Democrazia
Con un atto liberticida e antidemocratico il Consiglio Regionale del Piemonte e la Giunta presieduta dal leghista Cota hanno abrogato la Legge sulla caccia, cancellando di fatto il Referendum regionale, fissato per il 3 giugno. Questo è avvenuto a trenta giorni dalla data della consultazione, quando la macchina referendaria era già attiva da mesi e aveva già coinvolto migliaia di volontari. L’arma utilizzata per raccogliere consenso intorno a questo scippo senza precedenti è stata quella crisi economica che questa stessa classe politica ha contribuito a generare! Così, tramite uno scientifco ribaltamento della realtà, i referendari sono stati dipinti come coloro che volevano sperperare 22 milioni di Euro (cifra, peraltro, campata per aria) mentre in Giunta tutti si dichiaravano – per la prima volta – preoccupati per coloro che stanno peggio, speculando in modo inaccettabile sui drammi reali delle persone ammalate, degli anziani con pensione al minimo, dei disabili, dei disoccupati, dei precari. Peccato che tutti gli appelli del Comitato referendario a trovare soluzioni alternative (tra cui l’accorpamento alle elezioni amministrative) che impedissero di spendere soldi pubblici siano stati ignorati se non addirittura sbeffeggiati da Cota, dall’assessore Sacchetto e soci. Giunta e maggioranza, col solo scopo di assecondare poche migliaia di cacciatori, i cui consensi fanno sempre gola a politicanti alla ricerca di voti facili, hanno così calpestato il diritto legittimo di quattro milioni di piemontesi ad esprimere democraticamente la propria posizione su un tema di grande importanza. Questo provvedimento – fglio di una classe politica sempre più slegata dalle persone che pretende di rappresentare – si è fatto beffe dei cittadini e di 25 anni di battaglie legali, risoltesi con l’imposizione da parte dei giudici di indire la consultazione. Non bastasse, gli autori di questo atto inqualifcabile hanno strumentalizzato le fasce più deboli, quelle persone che stentano più di tutte a sopravvivere alla crisi. Questa VERGOGNA merita una reazione forte e univoca da parte di tutte le forze democratiche, dal mondo animalista e ambientalista ai partiti, ai movimenti e le associazioni dei cittadini, a coloro che, come molti di noi, appartengono proprio a quelle categorie sociali sempre più precarie, che ovviamente non avranno alcun benefcio dalla cancellazione del Referendum, al contrario di quanto in molti hanno blaterato dai palazzi del potere regionale. Oggi, con la scusa della crisi economica, hanno cancellato una legge per impedire il Referendum sulla caccia. Domani, seguendo la stessa logica perversa, possono cancellare il diritto di voto ! Per tutte le info: http://www.referendumcaccia.it/

Maria al Monti? Che c'è di strano?

Due servizi sull'ultimo Corriere di Chieri si susseguono, apparentemente estranei l'uno all'altro. Nel primo, che è allegoria di quello che segue, si racconta di una biscia che, apparendo smisurata e pericolosissima a chi l'ha vista, smobilita per la cattura sei pompieri, due vigili ed un tecnico. Nell'articolo che segue il tentativo di vendita di 8,5 grammi di marijuana mette in movimento carabinieri, genitori, professori ed un preside. Il rettile e l'erba sono minacciosi per chi non sa: il primo verrà tranquillamente rilasciato in un prato dal tecnico, come avrebbe fatto un qualsiasi contadino, per quanto riguarda invece la pericolosità sociale della seconda il farmacologo inglese Nutt la classifica ben al di sotto dell'alcool. Droga, droghe? Non esistono comunità al mondo che non abbiano fatto ricorso a sostanze psico-attive. Anche l'alcool, il tabacco, il caffè lo sono: chiedetelo a chi non le assume. Alterare gli stati di coscienza “normali” è un bisogno con cui possiamo convivere se non si incasina il vivere con leggi liberticide e bigotte. Le droghe vanno in qualche modo legalizzate: forse perché possiamo riempire i carrelli di ogni ben di dio di bottiglie giriamo strafatti da mattina a sera? Lasciare in pace i consumatori otterrebbe il triplice risultato di permettere l'auto produzione hobbistica, di dare una bella mazzata alle mafie che sul proibizionismo ci vivono e di svuotare le carceri dal 40% dei detenuti. Forse non interessa? E' probabile che le forze dell'“ordine” restino un po' disoccupate ma è situazione comune, ed il disagio sociale va condiviso... Se, infine, qualcuno si preoccupa veramente per la nostra salute, farebbe meglio a boicottare attivamente, certo a rischio di qualche manganellata, l'inaugurazione del cancro-valorizzatore del Gerbido a Torino; le perforazioni, il trasporto e l'accumulo di materiali radio-amiantiferi della val Susa; il progetto autostradale chiamato Tang Est pronto a passarci sui piedi; la produzione di inquinanti da stupidi SUV e da veicoli privati in genere; i milioni di pilloline che le industrie farmaceutiche amorevolmente producono per la nanna delle nostre nonne; scorie nucleari in stand-by nel ventre della terra fin quando il nostro pianeta vivrà. Chi condanna senza distinzione le droghe farebbe meglio, infine, “mens sana”, a boicottare il mare di idiozie modaiole e culturali che i media diffondono per tutte le 24 ore, sistematicamente, giorno dopo giorno. Un referendum popolare nel 1993 aveva depenalizzato la detenzione per consumo personale delle droghe (senza però italianamente risolvere la questione che se si consuma si può produrre). Anche questa volontà collettiva è stata nei fatti rinnegata, perché fumarsi una canna continua ad essere operazione più rischiosa di scolarsi una bottiglia di Vodka. Perché? La soluzione del giallo a voi. Scriveteci. Ilcentrocubo@gmail.com Laboratorio Politico "Il Cubo"