Maria al Monti? Che c'è di strano?
Due servizi sull'ultimo Corriere di Chieri si susseguono, apparentemente estranei l'uno all'altro. Nel primo, che è allegoria di quello che segue, si racconta di una biscia che, apparendo smisurata e pericolosissima a chi l'ha vista, smobilita per la cattura sei pompieri, due vigili ed un tecnico. Nell'articolo che segue il tentativo di vendita di 8,5 grammi di marijuana mette in movimento carabinieri, genitori, professori ed un preside.
Il rettile e l'erba sono minacciosi per chi non sa: il primo verrà tranquillamente rilasciato in un prato dal tecnico, come avrebbe fatto un qualsiasi contadino, per quanto riguarda invece la pericolosità sociale della seconda il farmacologo inglese Nutt la classifica ben al di sotto dell'alcool.
Droga, droghe? Non esistono comunità al mondo che non abbiano fatto ricorso a sostanze psico-attive. Anche l'alcool, il tabacco, il caffè lo sono: chiedetelo a chi non le assume. Alterare gli stati di coscienza “normali” è un bisogno con cui possiamo convivere se non si incasina il vivere con leggi liberticide e bigotte.
Le droghe vanno in qualche modo legalizzate: forse perché possiamo riempire i carrelli di ogni ben di dio di bottiglie giriamo strafatti da mattina a sera? Lasciare in pace i consumatori otterrebbe il triplice risultato di permettere l'auto produzione hobbistica, di dare una bella mazzata alle mafie che sul proibizionismo ci vivono e di svuotare le carceri dal 40% dei detenuti. Forse non interessa? E' probabile che le forze dell'“ordine” restino un po' disoccupate ma è situazione comune, ed il disagio sociale va condiviso...
Se, infine, qualcuno si preoccupa veramente per la nostra salute, farebbe meglio a boicottare attivamente, certo a rischio di qualche manganellata, l'inaugurazione del cancro-valorizzatore del Gerbido a Torino; le perforazioni, il trasporto e l'accumulo di materiali radio-amiantiferi della val Susa; il progetto autostradale chiamato Tang Est pronto a passarci sui piedi; la produzione di inquinanti da stupidi SUV e da veicoli privati in genere; i milioni di pilloline che le industrie farmaceutiche amorevolmente producono per la nanna delle nostre nonne; scorie nucleari in stand-by nel ventre della terra fin quando il nostro pianeta vivrà. Chi condanna senza distinzione le droghe farebbe meglio, infine, “mens sana”, a boicottare il mare di idiozie modaiole e culturali che i media diffondono per tutte le 24 ore, sistematicamente, giorno dopo giorno.
Un referendum popolare nel 1993 aveva depenalizzato la detenzione per consumo personale delle droghe (senza però italianamente risolvere la questione che se si consuma si può produrre). Anche questa volontà collettiva è stata nei fatti rinnegata, perché fumarsi una canna continua ad essere operazione più rischiosa di scolarsi una bottiglia di Vodka. Perché? La soluzione del giallo a voi. Scriveteci.
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Laboratorio Politico "Il Cubo"