Stamattina alle ore 7:00 il Centro di documentazione “Il Cubo” si è munito di striscione “Palestina libera” e di bandiere palestinesi in gesto di protesta e di indignazione per ciò che è avvenuto e sta avvenendo in questi giorni, in queste ore, una storia che non è ancora finita. Per più di un'ora e mezza sono state sventolate le bandiere sul ponte dei Bastioni della Mina.
Un commando israeliano ha assaltato all'alba del giorno 31 maggio la “Freedom Flottilla”, ovvero una flotta di 6 navi con a bordo 700 pacifisti per portare 10mila tonnellate di aiuti umanitari per Gaza sotto embargo. Il commando doveva sequestrare le sei navi, arrestare e identificare i pacifisti e rispedirli a casa dall'aeroporto di Tel Aviv. L'azione, invece, del commando israeliano si è trasformato in una strage, infatti, almeno 9 attivisti sono morti e più di 10 sono stati feriti. Altre fonti parlano di 10 morti e 31 feriti. Israele impedisce di conoscere il numero esatto di morti e feriti seguiti all’uso di armi da fuoco da parte dei suoi commandos-killer, quindi, risulta difficile fare un bilancio preciso di ciò che è avvenuto.
La Freedom Flottilla è partita qualche giorno fa dalle coste cipriote in direzione di Gaza. La loro colpa: tentare di rompere l’assedio che da anni costringe la popolazione della Striscia alla fame e ad un continuo ricatto politico. Le navi sono ora dirottate sul porto israeliano di Haifa. L’aggressione è avvenuta in acque internazionali, pertanto si tratta a tutti gli effetti di pirateria.
Oggi, lo specchio di mare dinnanzi a Gaza avrebbe dovuto riflettere la speranza di un popolo assediato. Invece, si è risvegliato listato a lutto. A scivolare verso il porto non erano le barche della Freedom Flottilla, ma le sue bare.
Noi, come Centro di documentazione “Il Cubo”, non possiamo che essere di nuovo vicino alla popolazione di Gaza e biasimare e condannare l'ennesimo atto di forza di Israele. Le continue violazioni dei diritti umani compiute dai militari israeliani e volute dallo stesso governo, non fanno che legittimare l'isolamento di Israele dal resto del mondo. Non esistono ragioni per un'azione senza ragioni e noi non possiamo restare in silenzio di fronte a tanta impunita macelleria: bisogna restare umani.