Si può sparare agli animali? Bene! Spariamo ai cacciatori!

TORINO 3 GIUGNO 2012 ore 15,30. Manifestazione Nazionale: Restituiteci il Referendum e la Democrazia
Con un atto liberticida e antidemocratico il Consiglio Regionale del Piemonte e la Giunta presieduta dal leghista Cota hanno abrogato la Legge sulla caccia, cancellando di fatto il Referendum regionale, fissato per il 3 giugno. Questo è avvenuto a trenta giorni dalla data della consultazione, quando la macchina referendaria era già attiva da mesi e aveva già coinvolto migliaia di volontari. L’arma utilizzata per raccogliere consenso intorno a questo scippo senza precedenti è stata quella crisi economica che questa stessa classe politica ha contribuito a generare! Così, tramite uno scientifco ribaltamento della realtà, i referendari sono stati dipinti come coloro che volevano sperperare 22 milioni di Euro (cifra, peraltro, campata per aria) mentre in Giunta tutti si dichiaravano – per la prima volta – preoccupati per coloro che stanno peggio, speculando in modo inaccettabile sui drammi reali delle persone ammalate, degli anziani con pensione al minimo, dei disabili, dei disoccupati, dei precari. Peccato che tutti gli appelli del Comitato referendario a trovare soluzioni alternative (tra cui l’accorpamento alle elezioni amministrative) che impedissero di spendere soldi pubblici siano stati ignorati se non addirittura sbeffeggiati da Cota, dall’assessore Sacchetto e soci. Giunta e maggioranza, col solo scopo di assecondare poche migliaia di cacciatori, i cui consensi fanno sempre gola a politicanti alla ricerca di voti facili, hanno così calpestato il diritto legittimo di quattro milioni di piemontesi ad esprimere democraticamente la propria posizione su un tema di grande importanza. Questo provvedimento – fglio di una classe politica sempre più slegata dalle persone che pretende di rappresentare – si è fatto beffe dei cittadini e di 25 anni di battaglie legali, risoltesi con l’imposizione da parte dei giudici di indire la consultazione. Non bastasse, gli autori di questo atto inqualifcabile hanno strumentalizzato le fasce più deboli, quelle persone che stentano più di tutte a sopravvivere alla crisi. Questa VERGOGNA merita una reazione forte e univoca da parte di tutte le forze democratiche, dal mondo animalista e ambientalista ai partiti, ai movimenti e le associazioni dei cittadini, a coloro che, come molti di noi, appartengono proprio a quelle categorie sociali sempre più precarie, che ovviamente non avranno alcun benefcio dalla cancellazione del Referendum, al contrario di quanto in molti hanno blaterato dai palazzi del potere regionale. Oggi, con la scusa della crisi economica, hanno cancellato una legge per impedire il Referendum sulla caccia. Domani, seguendo la stessa logica perversa, possono cancellare il diritto di voto ! Per tutte le info: http://www.referendumcaccia.it/

Maria al Monti? Che c'è di strano?

Due servizi sull'ultimo Corriere di Chieri si susseguono, apparentemente estranei l'uno all'altro. Nel primo, che è allegoria di quello che segue, si racconta di una biscia che, apparendo smisurata e pericolosissima a chi l'ha vista, smobilita per la cattura sei pompieri, due vigili ed un tecnico. Nell'articolo che segue il tentativo di vendita di 8,5 grammi di marijuana mette in movimento carabinieri, genitori, professori ed un preside. Il rettile e l'erba sono minacciosi per chi non sa: il primo verrà tranquillamente rilasciato in un prato dal tecnico, come avrebbe fatto un qualsiasi contadino, per quanto riguarda invece la pericolosità sociale della seconda il farmacologo inglese Nutt la classifica ben al di sotto dell'alcool. Droga, droghe? Non esistono comunità al mondo che non abbiano fatto ricorso a sostanze psico-attive. Anche l'alcool, il tabacco, il caffè lo sono: chiedetelo a chi non le assume. Alterare gli stati di coscienza “normali” è un bisogno con cui possiamo convivere se non si incasina il vivere con leggi liberticide e bigotte. Le droghe vanno in qualche modo legalizzate: forse perché possiamo riempire i carrelli di ogni ben di dio di bottiglie giriamo strafatti da mattina a sera? Lasciare in pace i consumatori otterrebbe il triplice risultato di permettere l'auto produzione hobbistica, di dare una bella mazzata alle mafie che sul proibizionismo ci vivono e di svuotare le carceri dal 40% dei detenuti. Forse non interessa? E' probabile che le forze dell'“ordine” restino un po' disoccupate ma è situazione comune, ed il disagio sociale va condiviso... Se, infine, qualcuno si preoccupa veramente per la nostra salute, farebbe meglio a boicottare attivamente, certo a rischio di qualche manganellata, l'inaugurazione del cancro-valorizzatore del Gerbido a Torino; le perforazioni, il trasporto e l'accumulo di materiali radio-amiantiferi della val Susa; il progetto autostradale chiamato Tang Est pronto a passarci sui piedi; la produzione di inquinanti da stupidi SUV e da veicoli privati in genere; i milioni di pilloline che le industrie farmaceutiche amorevolmente producono per la nanna delle nostre nonne; scorie nucleari in stand-by nel ventre della terra fin quando il nostro pianeta vivrà. Chi condanna senza distinzione le droghe farebbe meglio, infine, “mens sana”, a boicottare il mare di idiozie modaiole e culturali che i media diffondono per tutte le 24 ore, sistematicamente, giorno dopo giorno. Un referendum popolare nel 1993 aveva depenalizzato la detenzione per consumo personale delle droghe (senza però italianamente risolvere la questione che se si consuma si può produrre). Anche questa volontà collettiva è stata nei fatti rinnegata, perché fumarsi una canna continua ad essere operazione più rischiosa di scolarsi una bottiglia di Vodka. Perché? La soluzione del giallo a voi. Scriveteci. Ilcentrocubo@gmail.com Laboratorio Politico "Il Cubo"