L'acqua è un diritto.
Ci sentiamo in dovere di aprire un dibattito cittadino e di continuare a muoverci riguardo una questione di vitale importanza. Il 18 novembre 2009 con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati si è concluso l’esame del decreto 135/09 il cui art. 15 sancisce la definitiva e totale privatizzazione dell’acqua potabile in Italia.
Da parte nostra ci sentiamo corresponsabili di quello che sta avvenendo in Italia in quanto non abbiamo dato tutto noi stessi per fermare un esproprio di un diritto e di un bene comune com’è l’acqua.
Ci sentiamo, quindi, di affermare con forza la nostra indignazione. Tuttavia, la nostra indignazione deve diventare quotidiana, deve essere persistente, soprattutto, quando le forze politiche sono incapaci o meglio miopi rispetto alle battaglie che si stanno conducendo nella società civile.
Il 27 novembre, il giorno in cui il Partito Democratico ha presentato al consiglio comunale di Chieri un ordine del giorno in cui era prevista una discussione sul diritto all’acqua, abbiamo visto scene deludenti. Prima di tutto, abbiamo visto un opposizione incapace di comprendere la battaglia che stava portando avanti senza coinvolgere le realtà che già si muovevano nel territorio su questa tematica e, sopratutto, senza coinvolgere l'intera società chierese.
Abbiamo visto una maggioranza che anch'essa non ha capito l'importanza di ciò che era stata portato in consiglio comunale, astenendosi perfino dal dibattito.
In conclusione, abbiamo assistito una bocciatura di una richiesta molto più rilevante di quanto la miope politica istituzionale chierese potesse immaginare.
A differenza di altri comuni, come quello di Rivalta che il 23 novembre 2009 è riuscito a modificare il proprio statuto con votazione unanime riconoscendo la tutela del diritto universale all’acqua potabile attraverso la garanzia dell’accesso individuale e collettivo dei cittadini alla risorsa, Chieri rimane indietro, sopratutto, a causa di un enorme superficialità politica della nostra opposizione e della nostra maggioranza.
Il popolo dell'acqua deve continuare la battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico, questo popolo che è formato da migliaia di persone, da lei che sta leggendo questo articolo, da quel uomo che beve da una fontanina pubblica, da chi ancora non sa niente, deve continuare la mobilitazione e far sentire il proprio dissenso anche dopo l’approvazione dell’art. 15 attraverso mobilitazioni su tutto il nostro territorio.
Per questo sollecitiamo tutti/e a prendere atto di ciò che sta avvenendo, è necessario agire e informare.
Invitiamo, quindi, ogni persona ad informarsi tramite la documentazione che forniremo riguardo le tematiche del diritto all'acqua e della privatizzazione della sua gestione o a firmare per la proposta di delibera al fine di ottenere la modifica dello Statuto della Provincia riconoscendo l'acqua come bene comune e come diritto e eventualmente aderire al coordinamento acqua pubblica chierese in Piazza Dante sabato 5 dicembre dalle ore 10 alle ore 12:30. Indipendentemente da come si concluderà questa battaglia dobbiamo lasciare segni tangibili del nostro impegno. Solo così potremmo dire di non essere stati responsabili anche noi, con il nostro silenzio.
Da parte nostra ci sentiamo corresponsabili di quello che sta avvenendo in Italia in quanto non abbiamo dato tutto noi stessi per fermare un esproprio di un diritto e di un bene comune com’è l’acqua.
Ci sentiamo, quindi, di affermare con forza la nostra indignazione. Tuttavia, la nostra indignazione deve diventare quotidiana, deve essere persistente, soprattutto, quando le forze politiche sono incapaci o meglio miopi rispetto alle battaglie che si stanno conducendo nella società civile.
Il 27 novembre, il giorno in cui il Partito Democratico ha presentato al consiglio comunale di Chieri un ordine del giorno in cui era prevista una discussione sul diritto all’acqua, abbiamo visto scene deludenti. Prima di tutto, abbiamo visto un opposizione incapace di comprendere la battaglia che stava portando avanti senza coinvolgere le realtà che già si muovevano nel territorio su questa tematica e, sopratutto, senza coinvolgere l'intera società chierese.
Abbiamo visto una maggioranza che anch'essa non ha capito l'importanza di ciò che era stata portato in consiglio comunale, astenendosi perfino dal dibattito.
In conclusione, abbiamo assistito una bocciatura di una richiesta molto più rilevante di quanto la miope politica istituzionale chierese potesse immaginare.
A differenza di altri comuni, come quello di Rivalta che il 23 novembre 2009 è riuscito a modificare il proprio statuto con votazione unanime riconoscendo la tutela del diritto universale all’acqua potabile attraverso la garanzia dell’accesso individuale e collettivo dei cittadini alla risorsa, Chieri rimane indietro, sopratutto, a causa di un enorme superficialità politica della nostra opposizione e della nostra maggioranza.
Il popolo dell'acqua deve continuare la battaglia per la ripubblicizzazione del servizio idrico, questo popolo che è formato da migliaia di persone, da lei che sta leggendo questo articolo, da quel uomo che beve da una fontanina pubblica, da chi ancora non sa niente, deve continuare la mobilitazione e far sentire il proprio dissenso anche dopo l’approvazione dell’art. 15 attraverso mobilitazioni su tutto il nostro territorio.
Per questo sollecitiamo tutti/e a prendere atto di ciò che sta avvenendo, è necessario agire e informare.
Invitiamo, quindi, ogni persona ad informarsi tramite la documentazione che forniremo riguardo le tematiche del diritto all'acqua e della privatizzazione della sua gestione o a firmare per la proposta di delibera al fine di ottenere la modifica dello Statuto della Provincia riconoscendo l'acqua come bene comune e come diritto e eventualmente aderire al coordinamento acqua pubblica chierese in Piazza Dante sabato 5 dicembre dalle ore 10 alle ore 12:30. Indipendentemente da come si concluderà questa battaglia dobbiamo lasciare segni tangibili del nostro impegno. Solo così potremmo dire di non essere stati responsabili anche noi, con il nostro silenzio.